La Calcaveggia di Vogogna

Anche Vogogna ha un suo proprio rogo solstiziale: quello della Calcaveggia, che arde nel pomeriggio, all’imbrunire, dell’Epifania. Questa la descrizione dell’evento folk che ci viene data da Gabriele Lossetti-Mandelli, segno evidente che si tratta di una tradizione che si mantiene inalterata nel tempo almeno da due secoli, anche se le sue radici possono essere fatte risalire a tempi molto più antichi, certamente medioevali, ma forse anche antecedenti.

«All’Epifania sogliono formare una donna di stracci che chiamano la Strìa, la portano seduta sopra una sedia attorno pel Borgo, accompagnata da una musica di corni di bestia bovina e di campanelli detti ciocc, la qual musica chiamano la calcavèggia; e poscia abbruciano il fantoccio in un falò» (Lossetti-Mandelli, 1926, p. 53).

Il falò della Calcaveggia è cambiato molto poco rispetto a quanto descritto dal prelato ossolano:  ancora oggi si svolge ogni anno nel pomeriggio del giorno dell’Epifania. 

Lo svolgimento dell’evento folklorico è molto semplice: al termine della tombolata, che segue la Festa dei pastori, si forma un corteo che porta sul torrente che passa vicino alla chiesa, un fantoccio antropomorfo. Il corteo è caratterizzato dall’essere aperto dal portatore del manichino (che non viene più portato su una sedia, bensì appeso ad un palo, che lo sosterrà durante il rogo), usanza che troviamo uguale a Piedimulera, accompagnato dal suono molesto di campanacci da mucca e fischietti. Al falò assiste tutto il paese, ed ogni anno viene bruciato un fantoccio raffigurante la “Vegia” (o Stria) o, nel caso di anni bisestili, il “Pippia”, un fantoccio dalle fattezze maschili. Nell’edizione 2013, ad esempio, è stato bruciato un pupazzo dalle fattezze di antico Maya, il che fa pensare senza dubbio ad un rogo in cui venga bruciato l’anno appena trascorso, secondo quanto teorizzato da Ignazio Buttitta.

Analizzando il falò vogognese sembra molto probabile trovarsi di fronte alla concretizzazione stessa del concetto di anno, che deve essere bruciato per garantire la continuità del tempo. Questa ipotesi è avvalorata anche dal fatto che il pupazzo bruciato cambi di sesso a seconda che l’anno uscente sia stato bisestile o meno, usanza attestata anche in altre zone italiane, come ad esempio a Monghidoro, nel bolognese: in questo caso di norma si brucia un fantoccio maschile, mentre è l’anno bisestile quello rappresentato da una Vecchia (cfr Baldini-Bellosi, 2012, p. 53).

Il nome risulta molto controverso: sembra infatti, sentendo la viva testimonianza dei vogognesi, che in realtà il nome dell’evento fosse Carcavegia, analogo a quello di Premosello Chiovenda, e che la grafia Calcaveggia, che però ritroviamo anche in Lossetti-Mandelli, che la imputa al rumore prodotto dai campanacci (intendendolo quindi come sinonimo di chiarivari o ciabra), sia stata tramandata da don Airoldi, che nel suo testo ha voluto chiamare il falò con questo termine per differenziarlo dagli altri presenti nelle vicinanze. Ma seppure il nome sia, almeno originariamente, simile a quello di Premosello e Colloro, in realtà ci sono diverse differenze.

Innanzitutto in questo rito non sono presenti in alcun modo elementi che possono far pensare ad una ritualità di passaggio, che rende appunto la Carcavegia premosellese un vero e proprio unicum nel panorama folklorico ossolano. Non vi è un ruolo attivo di una pseudo-badia (il gruppo di giovani che prepara ed accende il falò), ed i fantocci non sono personalizzati con i nomi dei più vecchi del paese Il falò presenta molti punti di contatto con gli altri fuochi rituali di inizio anno della Bassa Ossola. A differenza di altri falò, soprattutto di quello di Piedimulera, però, non vi sono solo campanacci (o corni), ma anche fischietti, ed il clima con cui il fantoccio viene portato al rogo è certamente più festoso e meno “dark” rispetto a quello del paese alle porte della valle Anzasca dove si assiste ad una vera e propria esecuzione capitale dell’anno vecchio, con la sua impiccagione da parte di un gruppo di persone, rigorosamente di sesso maschile con mantelli e cappuccio calato sul volto, vestiti di nero.

La cosa più importante da sottolineare, sembra ovvio, è che si tratta di un rito pubblico e non privato: la società si ricostruisce in un rito per propiziare l’annata agraria, momento importantissimo per la comunità agricola tradizionale. E la ricostruzione avviene anche attraverso un momento conviviale, con la distribuzione di bevande calde, un aspetto comune a tutti i falò ossolani (compreso quello di Crevoladossola, che risulta il meno strutturato). Roberto Baga racconta che un tempo il corteo della Stria veniva accompagnato anche da una ballata, rimasta sconosciuta chiamata la ”Calcavegia” (analoga grafia del rito in uso a Piedimulera), da cui la festa prenderebbe il nome (Baga, SD, p. 1).

Scrivi commento

Commenti: 8
  • #1

    Ezequiel Stamper (giovedì, 02 febbraio 2017 20:41)


    These are actually fantastic ideas in concerning blogging. You have touched some fastidious points here. Any way keep up wrinting.

  • #2

    Loyd Timm (sabato, 04 febbraio 2017 15:23)


    Spot on with this write-up, I seriously think this web site needs a lot more attention. I'll probably be back again to see more, thanks for the advice!

  • #3

    Renee Bensinger (domenica, 05 febbraio 2017 15:27)


    Hi there, I discovered your website by way of Google at the same time as searching for a related matter, your site came up, it appears to be like great. I have bookmarked it in my google bookmarks.
    Hi there, simply turned into aware of your blog thru Google, and found that it's truly informative. I'm gonna watch out for brussels. I will appreciate for those who continue this in future. Lots of folks will likely be benefited from your writing. Cheers!

  • #4

    Fallon Alcina (domenica, 05 febbraio 2017 16:01)


    I love looking through a post that will make people think. Also, many thanks for allowing me to comment!

  • #5

    Del Lever (domenica, 05 febbraio 2017 16:09)


    Everything is very open with a precise description of the challenges. It was definitely informative. Your site is very useful. Thank you for sharing!

  • #6

    Emelina Willmore (domenica, 05 febbraio 2017 22:49)


    Superb blog! Do you have any recommendations for aspiring writers? I'm hoping to start my own site soon but I'm a little lost on everything. Would you advise starting with a free platform like Wordpress or go for a paid option? There are so many options out there that I'm completely overwhelmed .. Any suggestions? Bless you!

  • #7

    Fallon Alcina (lunedì, 06 febbraio 2017 20:02)


    Incredible points. Sound arguments. Keep up the great spirit.

  • #8

    Monte Buhl (martedì, 07 febbraio 2017 14:35)


    Good day! This is my 1st comment here so I just wanted to give a quick shout out and tell you I genuinely enjoy reading your posts. Can you recommend any other blogs/websites/forums that cover the same topics? Thanks for your time!